Conferenza al Museo della Ceramica della Tuscia sullo storico e artista viterbese Andrea Scriattoli  

Mercoledì 31 Gennaio, alle ore 17.30, presso la Sala delle Conferenze del Museo della Ceramica della Tuscia si terrà la conferenza dal titolo “Viterbo con gli occhi di Andrea Scriattoli” tenuta dal prof. Lorenza Abbate, filologo.

La conferenza intende raccontare l’uomo Andrea Scriattoli, storico e artista viterbese, che con il suo immenso lavoro ci ha condotto alla riscoperta della Città di Viterbo.

L’iniziativa accompagna la mostra in corso su Scriattoli al Museo della Ceramica della Tuscia.

I documenti in mostra provengono dall’Archivio Storico della Biblioteca Consorziale di Viterbo alla quale, Scriattoli stesso, donò interamente i materiali originali serviti alla stampa di Viterbo nei suoi monumenti: un patrimonio fragile e importantissimo da studiare, catalogare e valorizzare grazie al sostegno del Progetto di indicizzazione dei fondi manoscritti della Biblioteca Consorziale di Viterbo.

La conferenza e la mostra “Viterbo con gli occhi di Andrea Scriattoli” sono rese possibili grazie al sostegno della Fondazione Carivit.

Andrea Scriattoli (1856-1936), storico e artista viterbese, emerge come una figura iconica per chiunque a vario titolo si sia occupato della storia e dell’arte del nostro territorio. Intrecciando infatti la passione per la storia, una sorprendente capacità nella ricerca archivistica e il personale talento artistico, Andrea Scriattoli ha dato vita a opere di grande importanza e addirittura straordinarie se ci si riferisce alla sua principale: Viterbo nei suoi Monumenti. Definire questo scritto come una semplice guida turistica o come un testo storico sarebbe non solo riduttivo, ma in qualche modo degradante: Viterbo nei suoi monumenti è piuttosto il fulcro vero e proprio, il frutto più maturo, del contributo di Scriattoli alla valorizzazione del patrimonio culturale di Viterbo e alla sensibilizzazione dei concittadini a questa importante, inestimabile e fragilissima ricchezza.

Scriattoli sviluppò fin da giovane una profonda propensione per la storia e per l’arte: una competenza questa che non derivava da studi curricolari. Si laureò infatti nel 1885 a Pisa in Matematica e almeno fino al 1926 insegnerà tale materia nel Liceo di Viterbo. In privato però il suo cuore pulsava verso l’humanitas, verso l’indagine archeologica, verso lo scavo archivistico, verso il disegno e la fotografia, tutti mezzi che metterà a servizio del suo magnum opus.

Viterbo nei suoi monumenti ha una gestazione lunga, pregna non solo delle complessità proprie di un’operazione ciclopica, ma anche difficoltà dovute alle contingenze belliche che di fatto ne interruppero la stampa per lungo tempo. Scriattoli per la prima volta nella storia decise di allestire una guida storico-illustrata della Città dei Papi, corredandola non solo di corpose informazioni storiche, architettoniche e artistiche, ma, ed è qui la assoluta novità, anche di un immenso corredo di immagini. Non si tratta però di un semplice corredo decorativo, le immagini integrano lo scritto, vi si sostituiscono non di rado, in un ciclo formidabile che solletica la curiosità e invoglia alla fruizione dell’opera. Ciò che può essere ripreso dalla macchina fotografica viene demandato a questo mezzo, ma i particolari interni, quelli difficilmente riproducibili, le angolature particolari, gli scorci pittoreschi vengono resti tramite accuratissimi disegni a china e acquerello che sono poi riprodotti nel volume grazie a tecniche di stampa allora all’avanguardia.

L’opera viene pubblicata nel 1920 e per un lettore odierno rappresenta non solo un punto di partenza ineludibile per la conoscenza della città di Viterbo e del suo circondario, ma anche un documento storico vero e proprio: l’occhio attento di Scriattoli infatti descrive una Viterbo antica, ormai scomparsa, una Viterbo ancora non deturpata dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e dalla ricostruzione scellerata del Dopoguerra. Quello che Scriattoli ci mostra è una Viterbo che da poco si affacciava alla vita Nazionale, una Viterbo bellissima e in qualche modo arretrata, ancora attaccata alla propria storia, un territorio tutto da scoprire sia in presenza, grazie ai dettagliati itinerari tracciati, sia comodamente da casa, sfogliando e ricordando, ammirando e sognando.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 4 febbraio 2024.