Sipicciano, inaugurazione del MicroMuseo di Arte Contemporanea fondato da Antonio Arévalo

GRAFFIGNANO – L’opera site specific “Eccidio” di Iván Navarro, artista di fama internazionale nato a Santiago del Cile nel 1972, sarà ospitata dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024 a Sipicciano, frazione del Comune di Graffignano (VT), piccolo paese dell’alta Tuscia viterbese al confine con l’Umbria, nell’Ex Torre Enel, di origine medievale, utilizzata per tre decenni con lo scopo di illuminare la città e abbandonata negli anni Settanta. In questa occasione sarà qui inaugurato il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia fondato da Antonio Arévalo, poeta, critico, curatore d’arte contemporanea, già Addetto Culturale presso l’Ambasciata del Cile in Italia. Il progetto è promosso dall’Associazione Culturale Palimpsesto, con il sostegno della Direzione Culturale del Ministero degli Affari Esteri del Cile, dal Comune di Graffignano,dall’Università Agraria di Sipicciano, dalla Pro Loco di Sipicciano, le Accademie di Belle Arti di Palermo, Roma e Viterbo. L’inaugurazione sarà venerdì 30 giugno alle ore 18.00.

Obiettivo quello di “promuovere ed esporre nuove opere di artisti contemporanei collocando il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia nel circuito di arte contemporanea italiano ed internazionale. Poiché la torre era la fonte di luce di tutto il paese, il primo artista da coinvolgere nel progetto non poteva che essere Iván Navarro, artista che dello studio della luce ha fatto la sua firma.” (A. Arévalo).

Il progetto: il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia

Salvador Dalì venne nella Tuscia e scoprì quel Sacro Bosco dei Mostri che ispirò una parte della sua opera. Manuel Mujica Lainez, scrittore argentino contemporaneo di Jorge Luis Borges, elaborò a Viterbo nel 1962 un’autobiografia apocrifa del príncipe Vicino, alternando verità storica e immaginazione narrativa. Tarquinia, città del poeta Cardarelli, fu scelta come dimora creativa dal grande artista cileno Sebastian Matta, pittore, scultore, architetto e poeta, uno degli artisti più rappresentativi del ‘900. E poi Balthus e il Castello di Montecalvello, che acquistò e restaurò nel 1970. Enrico Castellani scelse il Borgo fantasma di Celleno. Pier Paolo Pasolini, per scappare dalla caotica Roma, prese una torre medievale a Chia. E Cy Twombly, il grande artista americano, che si stabilì in Italia nel 1957, ha posseduto un intero palazzo a Bassano in Teverina. Nel Casale di “Rentica”, ex-proprietà dei Conti Cozza Caposavi, sulle colline del lago di Bolsena, Plinio de Martiis insieme a Giorgio Franchetti, crearono un punto di lavoro e d’incontro per una, o meglio due generazioni di artisti fra cui Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano, Luigi Ontani e Carla Accardi. Non lontano da lì, nel giardino La Serpara a Civitella d’Agliano, le opere di Paul Wiedmer e di altri artisti internazionali costituiscono un microsistema collezionistico eccentrico e indipendente che sfugge al sistema legittimato dei grandi musei, ma diffuso nel territorio.

A Sipicciano (VT), c’è una torre antica, in pietra. L’edificio è particolare, il fabbricato si sviluppa su tre livelli. Per circa tre decenni è servito per la distribuzione dell’elettricità, motivo per cui è noto come Torre Enel o Ex Torre Enel. Di origine medievale, nel XX secolo Ia Torre è stata dedita a infrastruttura tecnologica industriale come si può vedere nelle fotografie d’epoca che mostrano la posa dei cavi e nelle residue apparecchiature elettriche ancora esistenti all’interno della torre. Ha avuto successivamente un periodo di disuso e abbandono.

Come sottolinea Antonio Arévalo, “l’edificio è anche illustrativo delle differenti tecniche di costruzione dei diversi periodi attraverso i quali è passato – pietra, mattoni, cemento. L’attuale ristrutturazione è un nuovo strato applicando tecniche contemporanee questa volta con l’obiettivo di convertirlo in un museo e spazio di residenza artistica. Il progetto concepisce in modo originale l’elaborazione concettuale del rapporto tra elettricità e arti visive contemporanee, al fine di provocare una riflessione attuale dall’incontro di entrambi gli elementi, materializzato nella vecchia torre di distribuzione elettrica della città, convertita ora in un museo e in uno spazio per la residenza.”

L’obiettivo è riportare a nuova vita questa Mini Torre storica dandole una nuova e brillante esistenza, creando un MicroMuseo in grado di condurre qui quello sviluppo artistico e culturale che incontra la storia importantissima di questo Borgo; luogo interattivo dove convergono le più diverse forme di espressività, capace di proporre una programmazione culturale multidisciplinare.

Il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia sarà un contenitore di materia immaginativa, luce, forma, ossigeno; un campo d’azione per interrogare il senso e risvegliare una sensibilità consapevole; un inedito spazio espositivo con opere site specific realizzate da artisti chiamati a trascorrere periodi di residenza, lavorando con la città, con le scuole, con le associazioni locali, valorizzando così anche il patrimonio architettonico del Borgo di Sipicciano attraverso un programma di mostre e residenze per artisti contemporanei del mondo. Il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia fondato da Antonio Arévalo è concepito come work in progress, un progetto d’arte contemporanea di respiro internazionale.

L’opera site specific “Eccidio”

Iván Navarro usa la luce come materia prima, trasformando gli oggetti in sculture elettriche che modificano lo spazio espositivo attraverso l’interazione visuale. Quindi, cosa c’è di meglio che invitare un artista come lui a inaugurare questa esperienza? Le sue installazioni ci restituiscono il mistero e il valore simbolico dell’energia ancestrale.” (A. Arévalo).

In questo caso con una scultura circolare collocata a terra al centro della stanza, il cui effetto è quello di una cavità profonda in cui si legge la parola ECCIDIO illuminata fino all’infinito, come una sorta di linea astratta. Benché la soglia simbolizzi l’inizio di qualcosa, l’opera interroga la parete su cosa ci sia al di là, ma cancellando al contempo le possibilità di accedere al suo interno illusorio.

L’arte di Navarro gioca con rimandi immediati al formalismo moderno, trasformando – da alchimista qual è – semplici materiali in forme radiose, estraendoli dalla convenzione. Da un lato utilizza le possibilità energetiche necessarie per realizzare i suoi innumerevoli macchinari industriali e domestici e, dall’altro, ci ricorda l’idea di potenza che li caratterizza; collegandoli all’uso che se ne fa nella società contemporanea e come metafora politica della circolazione dei saperi si rivolge alle forme espressive della rappresentazione sociale e politica, ponendo attenzione a una serie di questioni ancora oggi aperte, ma che servono da filo conduttore a un interesse di ordine metodologico, il legare situazioni simbolicamente di vulnerabilità a processi complessi di ricerca formale.

Le ricerche di Navarro affermano che per ogni energia che si trasforma c’è qualcosa che si perde, e questa è l’idea che cerca costantemente di ricondurre a una forma visiva. I materiali, contraddistinti dall’apparente freddezza e dall’estremo tecnicismo, dipendono totalmente dall’energia elettrica, un elemento che condiziona la vita umana, proponendo quindi una metafora latente dei fluidi corporei e dell’azione del dare vita, dell’animare gli oggetti. Questi oggetti sono costruiti secondo le proporzioni del corpo umano studiate a suo tempo da Leonardo da Vinci e che misteriosamente continuano ad essere presenti in molti oggetti prodotti industrialmente, in particolare nei tubi fluorescenti che Navarro usa per realizzare le sue opere.” (A. Arévalo).

Ma la tecnologia che anima le sue opere non appartiene esattamente al tempo presente; Navarro colloca il manufatto e rinvia agli anni della sua infanzia e giovinezza in un quartiere periferico di Santiago del Cile, nel momento in cui proliferavano i nuovi strumenti tecnologici per uso domestico, la cui acquisizione o meno era determinante per definire la condizione sociale della famiglia. Per altri versi, la sua stessa attività artistica si fonda su attività manuali: il cablaggio elettrico, l’elaborazione artigianale di oggetti funzionali e altre varie soluzioni di base di ambito domestico. Iván Navarro è cresciuto nella fase conclusiva del XX secolo, nell’estremo Sud del mondo, e la sua opera cerca di catturare i paradigmi della sua epoca, come la realizzazione seriale, con lo spirito politico di “sporcare” la purezza delle forme industriali.

Note biografiche di Iván Navarro

Nato a Santiago del Cile nel 1972, vive e lavora a New York dal 1997. Nel 2009 IvánNavarro ha rappresentato il Cile alla Biennale di Venezia. È stato oggetto di mostre personali al Jersey City Museum, New Jersey (2005 e 2007); Centro Cultural Matucana 100, Santiago, Cile (2007); Fabric Workshop and Museum, Philadelphia (2008); Towner Gallery, Eastbourne, Regno Unito (2009); Centro de Arte Caja de Burgos, Burgos, Spagna (2010); Patricia e Phillip Frost Art Museum, Miami (2012). Navarro ha partecipato alle principali mostre collettive Prospect.2 Biennial, New Orleans (2011), e The Disappeared / Los Desaparecidos, organizzate dal North Dakota Museum of Art, Grand Forks, e ha viaggiato in dieci sedi in Nord e Sud America dal 2005 al 2009. Il suo lavoro è stato anche presentato in mostre collettive al Whitney Museum of American Art, New York (2006); Witte de With Centrum voor Hedendaagse Kunst, Rotterdam (2006); Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C. (2007); Centro de Arte Contemporáneo Wifredo Lam, L’Avana (2012); Exit Art, New York (2012); Hayward Gallery, Londra (2013); e Auckland Art Gallery (2014).

PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 28, GIOVEDÌ 29 E VENERDÌ 30 GIUGNO

Università Agraria di Sipicciano, Sala Baronale, Piazza Comunale, 11, Sipicciano (01020 VT)

Mercoledì 28 giugno

ore 18.00: dialogo tra gli artisti Iván Navarro e Gian Maria Tosatti, Direttore artistico della Quadriennale di Roma, coordinato da Gabi Scardi, Curatrice e critico di arte contemporanea

Giovedì 29 giugno

ore 9.30: “L’arte fuori dal Museo”, Marcello Carriero, Storico dell’arte e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo

ore 11.00: “Il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia”, incontro con il fondatore Antonio Arévalo in dialogo con Clara Tosi Pamphili, Architetto e curatrice d’arte

ore 15.30: “Fuori dal Museo. Spazi alternativi”, dibattito con gli studenti coordinato da Paolo Angelosanto, Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo. Partecipano: Laura Lucibello, Presidente Biennale di Viterbo Arte Contemporanea, Massimo Mazzone, Artista e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Lucilla Catania, Artista e curatrice di Sculture in campo – Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina (VT), Marco Trulli, Curatore di progetti di arte contemporanea, Victor Albano, Coordinatore del Comitato Artistico della Consulta degli Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma

ore 18.00: “L’opera di Iván Navarro tra arte e politica”, coordina Marcello Carriero, Storico dell’arte e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Partecipano Claudia Barattini, ex Ministra della Cultura del Cile, Antonio Arévalo, fondatore del MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Bruno Bettati, Produttore cinematografico

Venerdì 30 giugno

Ore 18.00: inaugurazione “Eccidio”, un’opera site specific di Iván Navarro, e MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Torre di Sipicciano, Graffignano (VT), Via Portaccia s/n