Poesia dialettale a Ferento: le radici e la tradizione della cultura popolare

Poesia e poeti dialettali sono più numerosi di quanto si possa pensare: la tradizione dei dialetti locali, si coniuga ancora con la modernità, ne sono testimoni i vari concorsi letterari, disseminati lungo lo stivale Italia che dedicano spazio anche a componimenti poetici in dialetto.

La poesia dialettale da un gran sostegno alla cultura perché i poeti (basta ricordare Belli, Trilussa, Guerra ecc), nella loro acuta sensibilità, sanno che “le radici sono importanti”.

In virtù di ciò la dirigenza di Archeotuscia ODV nell’ambito della 56esima stagione teatrale di Ferento, nell’area dei “Tramonti in scena”, antiche Terme di Ferento ha organizzato un evento culturale. Lo spettacolo denominato “Incontro con le poesie dialettali”, è stato emozionante e divertente per il pubblico che ha assistito all’evento in cui la protagonista, la poesia dialettale, ha interpretato, come una grande attrice, diversi ruoli: la parte comica, più allegra e spensierata, quella che fa più riflettere e la parte che commuove.

Le poesie sono state declamate in dialetto viterbese, “biedano”, lubrianese, romanesco e perfino in ciociaro. A dare voce alle poesie dialettali: Giuseppe Bellucci, Realino Dominici, Raffaele Donno, Anna Maria Stefanini e, a sorpresa, un grande e graditissimo ospite, il professor Porfirio Grazioli, nato a Trevi nel Lazio, in Ciociaria, direttore della Città dei Ragazzi di Roma, docente di Legislazione Scolastica, Presidente dell’Istituto Internazionale per lo Studio dei problemi della Gioventù Contemporanea e del Centro Romanesco Trilussa, socio dell’Associazione Nazionale dei Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia e della International Society Dialectology and Geolinguistics”.

Grazioli è membro dell’Accademia Tiberina fondata da Giuseppe Gioacchino Belli nel 1812 e dell’Accademia Trilussiana in Roma. A presentare i poeti è stato Luciano Proietti, presidente dell’associazione Archeotuscia che ha poi ceduto il campo al presentatore ufficiale della serata Antonio Tammaro.

Le declamazioni dialettali sono state accompagnate dalle note musicali scaturite dal piano del maestro Riccardo Massaro e i poeti si sono espressi in modo spontaneo, vivo e pulsante, libero da vincoli retorici, con il linguaggio realistico intimamente aderente alle situazioni e ai caratteri dei personaggi protagonisti delle rime.

Fra le persone ricordate nelle poesie, Alfio Pannega, l’ultimo calzolaio, Pietro Cuzzoli e Ippolito Cortellessa, Ostelvio Celestini, Dante Alighieri e il campione d’Europa e di Pianoscarano Leonardo Bonucci. Le poesie hanno condotto il pubblico a fare un viaggio nelle tradizioni, nei luoghi e nei modi di dire del Lazio. Si è passati dalla suggestiva Bieda – Blera alla Valle dei calanchi fino ai vicoli di Pianoscarano e di Roma. Sono state declamate anche poesie di Trilussa, di Belli e di Titta Marini.