Viterbo, firmato protocollo per un tavolo permanente per prevenzione e contrasto violenza di genere

Nella sala Regia del Comune di Viterbo, si è tenuta la tavola rotonda intitolata “Realtà del territorio, criticità, prospettive, le istituzioni al lavoro contro la violenza di genere”, alla presenza del prefetto di Viterbo Gennaro Capo, del Questore Fausto Vinci, del Presidente della Provincia Alessandro Romoli, della sindaca Chiara Frontini, del col. Guglielmo Trombetta (in rappresentanza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Viterbo col. Massimo Friano), del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Carlo Pasquali, della dott.ssa Paola Conti (che ha portato anche i saluti del Procuratore Capo Paolo Auriemma), di una rappresentante dell’Unitus (che ha portato i saluti del Magnifico rettore dell’Università della Tuscia Stefano Ubertini), del Commissario Straordinario ASL Egisto Bianconi. Ha moderato l’incontro l’avvocato Rosita Ponticiello. 

Il presidente del Tribunale Francesco Oddi ha inviato un messaggio letto dall’assessore Patrizia Notaristefano. Presenti, fra gli altri, Marta Nori, presidente dell’assiciazione Kyanos, la presidente dell’associazione Inner Wheel, Maria Teresa Batistelli Lecchini, per Fidapa Miranda Bocci, per i consiglieri comunali Giancarlo Martinengo, Francesca Sanna, Umberto Di Fusco, Laura Allegrini, e ancora Elisa Cepparotti, il dott. Carlo Maria Scipio, le socie delle associazioni culturali, del Rotary e dei centri antiviolenza.

Prima dell’inizio del convegno, a piazza del Plebiscito è stata inaugurata un’opera realizzata da ragazze e ragazzi dell’università degli studi della Tuscia (Unitus), che resterà fino a tutto sabato 25 (un’installazione realizzata dalla Gender Equality Plan dell’Unitus insieme al comune di Viterbo e al centro antiviolenza dell’Università della Tuscia), poi c’è stato un e un flashmob al quale hanno partecipato la Sindaca di Viterbo, i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine che hanno dipinto una notevole quantità di scarpe con il colore rosso.

Dopo i saluto istituzionali e l’intervento della Sindaca, che ha introdotto la tavola rotonda, il Prefetto Capo e il Questore Vinci sono entrati nel vivo della conferenza. Il Prefetto ha sottolineato: “So che c’è molto impegno da parte delle persone che siedono a questo tavolo e questo è un segnale positivo”. Il Questore ha affermato: “Ieri a Nepi abbiamo parlato di violenza. Martedì faremo un incontro con 700 studenti dell’istituto Da Vinci, è fondamentale  il confronto con i ragazzi. Nel 2005 -ha proseguito Vinci – arrestai Angelo Izzo, il mostro del Circeo. Molto è stato fatto, ma non basta. Bisogna impegnarsi di più per ridurre questa piaga. In Italia sono stati commessi oltre 100 femminicidi dall’inizio dell’anno. Tutto l’anno dobbiamo lottare contro la violenza e affiancare le donne dall’inizio alla fine, cambiando anche il modo di pensare”.
Successivamente sono  intervenuti il ten. Col. Guglielmo Trombetta dei Carabinieri di Viterbo e il Presidente della Provincia Alessandro Romoli. 

Ha preso poi la parola Egisto Bianconi, che ha affermato: “Ho provato a domandarmi i motivi per cui avvengono questi omicidi. Nel Nord Europa gli omicidi non sono in numero minore. Deve essere chiaro l’obiettivo che si persegue è nell’individuare la causa per poter prevenire i danni”. 

L’ assessore alle Politiche Sociali Patrizia Notaristefano, ha evidenziato: “I’istituzione di un  tavolo permanente per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere promosso dall’assessorato alle politiche sociali del comune di Viterbo serve per promuovere iniziative contro la violenza basata sul genere che include anche la violenza domestica, è una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come riconosciuto e sancito nella Convenzione del Consiglio d’Europa. L’obbiettivo principale del Tavolo è il coordinamento e il confronto fra i vari attori presenti al fine di promuovere la conoscenza dei servizi e interventi già esistenti nell’ambito della rete territoriale e garantire una risposta omogenea, efficace e coordinata da parte di tutti gli operatori. È importante collaborare fra istituzioni ognuno per le proprie competenze. Il tavolo permanente, istituito un anno fa, è nato sulla spinta di quanto accadeva all’epoca e perché si sentiva forte la necessità di non tornare a parlare di violenza, ma di riportare i risultati che, insieme a tutte le altre istituzioni sul territorio, siamo stati in grado di realizzare in favore delle donne vittime di violenza. Per le politiche sociali, molto ha significato mettere a disposizione un alloggio di emergenza per le donne vittime di violenza così come migliorare le procedure nei percorsi interni alla Asl e nei rapporti tra Asl e Forze dell’Ordine”.
Per la dott.ssa Barbara Longo “la ASL ha una grandissima responsabilità, ci dobbiamo impegnare di più. La ASL si è fatta promotrice di modalità di intesa fra le istituzioni. Nel 2016 è stato sottoscritto il protocollo “Non aver paura”, dopo il pronto soccorso, la donna viene messa in protezione, anche in modo logisticamente adeguato al percorso Rosa. La pediatria accoglie le mamme e i loro bambini. Oltre alle competenze, ci vogliono umanità, comprensione, empatia”. 

Marta Nori, presidente dell’associazione Kyanos, ha fornito dati del centro antiviolenza Penelope: il 67% delle donne che hanno fatto accesso al centro antiviolenza sono state molestate da italiani e il 50% ha una cultura superiore. “Nella Tuscia, va evidenziato che, oltre l’80% degli uomini che maltrattano, sono partner o ex partner. Nel 55% dei casi di donne che si sono rivolte al centro, l’uomo maltrattante è il partner e nel 33% un ex partner. La percentuale che riguarda uno sconosciuto non arriva al 2%”.

“La creazione della Casa di Emegenza del Comune è stata un’iniziativa importantissima – ha sottolineato – Dal 2023 la macchina della rete dell’azione valutativa funziona. Inizieranno a breve corsi di formazione nelle scuole per la prevenzione, ma già si facevano a Viterbo da anni, separatamente fra le istituzioni”.

La responsabile del centro antiviolenza dell’Università della Tuscia ha affermato: “35000 donne sono nei centri antiviolemza, ma Viterbo è una città virtuosa; metterci intorno a un tavolo insieme per incontrare i nostri linguaggi non è facile. Devo ringraziare per questo l’assessore Notaristefano. Le donne devono ancora raggiungere la parità. Abbiamo iniziato a svolgere un corso di alta formazione prima sul linguaggio per non dare messaggi sbagliati. La formazione multiculturale e fare team sono fondamentali. Valorizziamo ciò che abbiamo, cercando di essere ottimisti”.

La dott.ssa Paola Conti, sostituto Procuratore, ha illustrato con chiarezza e precisione la legislazione vigente e l’iter che segue il fascicolo relativo alla denuncia di violenza, dell’ammonimento del Questore, al braccialetto elettronico. “Il problema sono i processi – ha affermato la dott.ssa Conti – spesso troppo lunghi. La nuova legge ha comunque incentivato l’accelerazione dei processi stessi”. Ha poi riportato delle statistiche: 563 procedimenti penali per violenza di genere quest’anno; 523 portati all’attenzione del magistrato. Ha infine evidenziato: “È importante nella scuola istituire, come materia scolastica, l’educazione alle emozioni”.

Sono intervenuti infine l’avvocato Cesarini dell’Ordine degli Avvocati di Viterbo e il presidente dell’associazione Campo di Marte, il dott. Enzo Palmisciano, un’associazione di uomini per difendere le donne e curare l’aspetto preventivo, con un sistema di valori diversi, partendo dalle scuole e una rappresentante del comitato “Non una di meno”.

Prima della firma del Protocollo d’intesa, il Prefetto ha concluso i lavori evidenziando l’importanza della Sinergia fra le istituzioni, ma anche della Comunicazione esterna (le iniziative vanno conosciute) e della Formazione (di chi si occupa della violenza di genere e per la prevenzione).
“Lodevole l’iniziativa di Palmisciano. Le esperienze vanno condivise con i ragazzi. Oggi firmiamo un documento fondamentale e col tempo dovremmo mettere a sistema tutte le professionalità, con un protocollo che possa migliorare ciò che già funziona. Non dovrà essere un documento scolpito nella pietra ma modificabile e che si possa arricchire con le esperienze di ognuno”, ha concluso il Prefetto.