Coldiretti Viterbo: ‘Difendere grano e suolo agricolo produttivo’

In un momento così difficile per l’economia mondiale, prima a causa della pandemia Covid e ora con il conflitto in Ucraina, che ha fatto balzare i costi relativi all’export del cibo italiano e lievitare quelli del grano, Coldiretti Viterbo torna sull’importanza della difesa dell’agricoltura e del suolo agricolo produttivo, messo a rischio dall’installazione di impianti eolici e fotovoltaici soprattutto nella Tuscia.

“Non possiamo accettare che il nostro territorio continui ad essere martoriato in questo modo a vantaggio degli interessi economici, che non devono e non possono prevalere sulla tutela del paesaggio, delle nostre bellezze storiche e architettoniche e naturalmente dell’agricoltura che lo caratterizza”. Così il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici. Proprio in questi giorni si discute, peraltro, del nuovo impianto eolico che potrebbe nascere su un’area di tremila ettari coltivabili, dei 22 mila ettari complessivi di Tuscania.

“A rischio le nostre coltivazioni – prosegue Pacifici – soprattutto quelle di grano, che ha raggiunto il massimo dei costi da 14 anni, dopo che l’esercito ucraino ha sospeso le spedizioni commerciali nei suoi porti, alimentando il timore di interruzioni delle forniture di grano, mais e semi oleosi. In uno scenario simile, dobbiamo guardare al futuro con una maggiore progettualità ed incrementare le nostre produzioni per non dipendere dall’estero. La scelta di consumare suolo agricolo produttivo con l’installazione selvaggia di impianti eolici e fotovoltaici, è folle e la contrasteremo in ogni modo”.

A salire al massimo da otto mesi è anche il mais destinato all’alimentazione animale, sulla base degli andamenti alla borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole. “Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia – prosegue Pacifici – che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20%, ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.

“E’ il momento di mettere definitivamente un freno al consumo di suolo agricolo produttivo – conclude Pacifici – una battaglia lanciata Coldiretti Giovani Impresa, che ha dato vita ad una raccolta firme contro il fotovoltaico a terra, partita lo scorso luglio proprio da Viterbo, che è la seconda provincia più agricola del Lazio. La nostra proposta è quella di incentivare l’energia solare sui tetti delle stalle e sui capannoni, senza sottrarre ai nostri agricoltori terreno coltivabile”.