COME CI FANNO FESSI

Intelligenza Artificiale

L’allarme per l’Intelligenza Artificiale (IA) è ormai scattato ed interessa un pubblico di utenti dei social media ed in generale della comunicazione interpersonale, sempre più vasto.

L’IA è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità ed il comportamento del pensiero umano.

Il tema delle macchine intelligenti può farsi risalire addirittura al XVII secolo con le elaborazioni di Blaise Pascal e Wilhelm Leibnitz, con una evoluzione nella ricerca e nella analisi molto accelerata, che ha portato sino alla stesura di un codice etico in ambito di Unione Europea, sino ad una normativa denominata “AI Act” nel 2021.

Si è posto quindi il tentativo di circoscrivere la comprensione di un fenomeno nuovissimo ed in rapido cambiamento, enucleando dei livelli di rischio che riguardino le relazioni umane come la privacy, l’informazione, il lavoro ed in definitiva il complessivo ed universale destino dell’umanità.

Per capirci: il quotidiano IL FOGLIO ha bandito una sorta di concorso con in palio un abbonamento al giornale, per coloro che durante una settimana sapessero riconoscere un articolo, che di volta in volta veniva prodotto da IA e non da giornalisti, secondo il ben noto algoritmo che si sviluppa in rete (miliardi di informazioni) e che viene attivato da una domanda (pront); pare che ci siano stati dei vincitori.

Naturalmente l’accuratezza e la specificità della domanda sono propedeutici per la qualità del risultato prodotto da, per esempio, CHAT GPT, un sistema tra i molti che si stanno sviluppando nel campo delle reti neurali, tanto da richiedere un continuo monitoraggio, come quello che avverrà in Giappone nel prossimo luglio.

Ecco quindi che la potenza della rete, in crescita esponenziale, una volta staccatasi dalla volontà dell’uomo, si esprime in performances sorprendenti che egli ancora riesce ancora a controllare ed impiegare.

GOLDMAN AND SACHS ha stimato che in alcuni specifici campi, dalle telecomunicazioni alla sanità, dai trasporti alla videosorveglianza, avremo con l’IA, cioè senza l’impiego dell’uomo, una crescita del PIL globale del 7%, con naturalmente 300 milioni di posti di lavoro in meno, che dovranno essere riconvertiti, anche grazie alla IA.

Intanto in attesa di avere a che fare con questo scenario prossimo venturo, dovremmo capire e reagire su ciò che subiamo oggi, su come ci fanno fessi: tutti i social media sono gratuiti, ma è veramente così?

Tutti dobbiamo aver chiaro che il prezzo che paghiamo è la nostra PROFILAZIONE, cioè l’insieme di identità, gusti, emozioni, propensioni, necessità, che offriamo entrando in rete, che poi analizzata, selezionata, impostata da un algoritmo, ci rende obiettivo, mero oggetto, di proposte, offerte, visioni, opinioni, che accogliamo come positive, in prima istanza, proprio perché le riconosciamo consuete, amicali, nostre.

L’effetto sulla democrazia politica del processo della percezione emozionale, la sua reiterazione, il suo trasformarsi in opinione e voto, come risultato di un abile algoritmo è devastante, e solo un pallido simulacro di ciò che potrebbe avvenire con l’IA.

Comincio a pensare, e spero di sbagliarmi, che l’astensionismo crescente nelle competizioni elettorali, comprese quelle di prossimità come le elezioni comunali, ne sia una forma inconscia, istintiva, ed ancora inesplicabile, di difesa.

Francesco Chiucchiurlotto