Viterbo, Polizia di Stato sempre in prima linea nel contrasto alle violenze di genere

Nello scorso fine settimana personale della Squadra Mobile della Questura di Viterbo ha proceduto all’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’Allontanamento dalla casa familiare nei confronti di un 56enne di nazionalità romena, residente nel viterbese, responsabile dei delitti di Maltrattamenti contro familiari e conviventi e Lesioni personali aggravate. Lo straniero, con condotte gravemente lesive della persona iniziate nel 2007 e continuate fino al corrente mese di febbraio, ha ripetutamente maltrattato e malmenato la moglie e il figlio minorenne, sottoponendoli a costanti violenze fisiche e psicologiche e ponendo in essere nei loro confronti sistematiche azioni vessatorie e minatorie.
Nel corso dell’ultimo episodio l’indagato, in preda ad uno stato di esaltazione dovuto all’eccesivo consumo di sostanze alcooliche, si è accanito contro il figlio colpendolo più volte alla nuca e alle braccia e minacciandolo di morte. Il minore, in seguito alle percosse ricevute, ha riportato ecchimosi ed escoriazioni su varie parti del corpo, rendendone necessario il ricovero presso l’ospedale “Belcolle”.
Con il provvedimento l’Autorità giudiziaria ha disposto nei confronti del reo anche il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese.
Sempre in tema di contrasto alla violenza di genere personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Viterbo ha eseguito l’installazione del braccialetto elettronico antistalking nei confronti di un soggetto colpito da un’ordinanza emessa dall’Autorità giudiziaria che, in aggravamento alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa dal delitto di stalking, ha previsto l’applicazione del controllo a distanza.

Nella fattispecie l’uomo è accusato di aver minacciato e messo in atto ripetute condotte vessatorie in danno di altra persona, residente a Roma.
Il braccialetto elettronico antistalking viene applicato all’autore del reato, mentre un ulteriore dispositivo, simile ad uno smartphone, è consegnato alla parte offesa garantendo l’azionamento di un allarme ogni qualvolta l’autore del reato, che indossa il braccialetto, dovesse avvicinarsi entro un determinato raggio di distanza dal detentore del dispositivo collegato. Questo strumento, utilizzato per la prima volta dalla Questura di Viterbo, costituisce un ulteriore passo in avanti nella prevenzione delle violenze di genere.