Il Sacro Bosco, un unicum nel panorama mondiale dell’arte

Situato ai piedi di un piccolo e delizioso borgo della Tuscia, a pochi chilometri da Roma, si trova un luogo incantevole, il Sacro Bosco di Bomarzo, meglio noto come Parco dei Mostri, un complesso monumentale fatto costruire fra il 1552 e il 1580 da Pierfrancesco Orsini, detto Vicino. Si tratta di un giardino rinascimentale, dove il visitatore viene condotto attraverso un percorso fatto di grandi statue, creature inquietanti, sirene, eroi mitologici, animali esotici, sfingi, draghi, tartarughe giganti, edifici surreali, iscrizioni ed indovinelli che lo sorprendono e lo disorientano continuamente. Le sue attrazioni, infatti, sono cariche di simbolismi, con continui riferimenti e rimandi alla mitologia ed al mondo del fantastico, non a caso il parco è chiamato anche Bosco Sacro ed è molto probabile che l’intenzione fosse proprio quella di creare una sorta di percorso iniziatico, dove riprendendo le parole del Principe stesso fosse possibile “sfogare il core”, ma anche stupire gli occhi degli ospiti. 

Ancora oggi non si conoscono le reali intenzioni di Orsini, ma il risultato è un labirintico percorso iniziatico attraverso i meandri della conoscenza, della mente e dell’anima, mediante il quale gli ospiti possono compiere una sorta di purificazione dell’anima. Le sculture del Sacro Bosco vennero scolpite sul posto in massi di peperino dall’architetto Pirro Ligorio, secondo fonti storiche le sculture furono in parte ideate dall’orvietano Simone Moschino, mentre il tempietto dedicato a Giulia Farnese è attribuito al Vignola. Alla sua morte Vicino Orsini, lasciò la tenuta ai figli, gli eredi però forse non capirono il valore di quello che il padre chiamava “il Boschetto”, che venne progressivamente abbandonato e poi dimenticato. Agli inizi del XX secolo quello che era stato il rifugio spirituale di Orsini era ormai un labirinto di piante incolte, una selva oscura ben lontana dalle intenzioni del suo ideatore.

Quando nel 1938 Salvador Dalì scoprì questo luogo ormai frequentato solo dai pastori e dai loro greggi, lo definì un’invenzione storica unica e ne rimase stregato, tanto che dieci anni dopo realizzò un documentario. Due anni più tardi anche il regista Michelangelo Antonioni seguì il suo esempio girando La villa dei mostri. Nel 1954 Giovanni e Tina Severi Bettini rilevarono, recuperando con restauri e lavori, quello che oggi possiamo ammirare, a proprie spese, lo disboscarono, lo ripulirono, dissotterrarono le statue interrate e le riportarono al loro antico splendore e infine lo aprirono al pubblico. Oggi sono i nipoti a gestire questo meraviglioso complesso monumentale, un unicum nel panorama mondiale dell’arte, che ha destato e suscita ancora l’interesse di studiosi, artisti ed intellettuali di ogni epoca. E’ possibile visitare il Sacro Bosco di Bomarzo tutti i giorni dalle ore 9 alle 19.

Si informa che i biglietti non vanno prenotati, i visitatori potranno ammirare le bellezze di questa opera rinascimentale e usufruire dei numerosi servizi offerti dal Parco, tra cui la possibilità di mangiare alla Locanda del Mostro, il ristorante del Sacro Bosco inaugurato a luglio del 2021, nato dall’idea di Marco e Luca Bettini, due giovani imprenditori della famiglia Bettini che propongono una ristorazione curata e di alta qualità, a partire dalla scelta delle materie prime, con particolare attenzione ai prodotti della Tuscia e con una ricca selezione di carni e vini. Per maggiori informazioni: tel 0761-924029 – https://www.sacrobosco.eu/