Arriva il bonus mamme, ma l’INPS se la prende comoda

Dopo la bufera scatenatasi sui media nei giorni scorsi, a causa del ritardo, finalmente il bonus mamme è diventato operativo. Nella busta-paga di febbraio, assicura l’Inps, le madri che ne faranno richiesta, attraverso il proprio datore di lavoro, troveranno lo sgravio contributivo. Quello del mese di gennaio, che non è stato erogato a causa di una mancata comunicazione dell’INPS, sarà recuperato nei mesi successivi. 
Torna dunque il sereno nel mercato del lavoro italiano e anche le aziende e le lavoratrici iscritte ad AppLavoro.it, la piattaforma digitale per la ricerca e l’offerta di lavoro in Italia, possono tirare un sospiro di sollievo: finalmente si è fatta chiarezza. 
L’Inps ha provveduto a rendere noti i parametri e le modalità per richiedere il cosiddetto “bonus mamme”. 


Che cos’è 
Il bonus mamme è un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali alla lavoratrice fino a un massimo di tremila euro annui ripartito in dodici mesi.


A chi spetta 
L’esonero contributivo riguarda tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato dei settori pubblico e privato, incluso il settore agricolo, compresi i casi di regime di part-time, con l’esclusione dei rapporti di lavoro domestico.


Come richiederlo
La buona notizia è che le madri-lavoratrici ne usufruiranno in maniera molto semplice e automatica: sarà sufficiente comunicare direttamente all’INPS oppure al proprio datore di lavoro (che trasmetterà i dati all’Istituto di Previdenza per conto della lavoratrice) la volontà di avvalersi dello sgravio contributivo, il numero di figli che la dipendente ha e i loro codici fiscali. 
La notizia meno buona è che il bonus mamme, inizialmente pensato per una platea di donne più ampia, è destinato alle madri lavoratrici con almeno tre figli e, in via sperimentale, per il solo 2024, anche per coloro che ne abbiano almeno due, uno dei quali, però, al di sotto dei dieci anni.
La decontribuzione consentirà alla mamma-lavoratrice di trovare fino a un massimo di 250 euro in più in busta paga, indipendentemente dal valore dell’Isee.
L’INPS precisa che il bonus mamme «risulta strutturalmente alternativo» all’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (quota IVS) a carico del lavoratore.
Le madri, in possesso dei requisiti a gennaio 2024, hanno diritto all’esonero fin da subito. Ma, se la nascita del secondo figlio avviene durante l’anno in corso, il bonus è riconosciuto dal mese di nascita fino al compimento del decimo anno del bambino.
Nel 2025 e nel 2026, invece, il beneficio verrà assegnato dalla nascita del terzo figlio e terminerà con il raggiungimento della maggiore età del più piccolo.
Le lavoratrici interessate all’agevolazione – come dicevamo – possono rivolgersi ai propri datori di lavoro. Se volessero inoltrare la richiesta autonomamente, dovranno utilizzare una funzionalità che l’INPS, tuttavia, non ha ancora messo a loro disposizione sul portale istituzionale www.inps.it. L’Ente ha infatti precisato che, non appena la pagina sarà pronta, lo comunicherà con un apposito messaggio. 
Dunque, dovendo aspettare ancora “il parto” del bonus mamme, anche AppLavoro.it, come tutti i soggetti interessati, continuerà a monitorare la situazione.