Celleno, se nel 1675 non fosse stata demolita la torre medievale perché pericolante

Straordinaria la simulazione grafica digitale con la quale si è mostrato il vero aspetto del Castello degli Orsini se nel XVII secolo non fosse stata demolita la torre medievale perché pericolante. Grande successo di pubblico alla prima giornata di studi sul Borgo Fantasma tenutasi nella chiesa di San Carlo in piazza Enrico Castellani ed organizzata dal Comune di Celleno con la cura di Alma Civita Studio.

La giornata è stata magistralmente coordinata dalla delegata alla cultura Federica Vacchi partendo con uno sguardo nella Celleno del Quattrocento: gli Statuti del Comune del 1457, letti ed indagati da Giancarlo Baciarello, svelano una realtà fiorente, aperta, in crescita grazie a una politica lungimirante ed espansiva dei Gatti, decisi ad accrescere le attività agricole ed artigianali anche attraverso l’apertura all’immigrazione. Si delinea così una società quattrocentesca aperta, inclusiva, arricchita dagli apporti tecnici ed economici di realtà produttive diverse come quella dei Lombardi.

Con l’intervento di Anna Falcinelli si è fatto un salto d quattro secoli: nell’Italia ottocentesca si succedono le cariche e le notizie relative al Comune di Celleno, attraversando i grandi cambiamenti della storia che hanno portato dall’Italia preunitaria a quella tra le due guerre, nutrendosi di fatti grandi e piccoli, fino a quella quotidianità che sembra ricucire le realtà del passato a quella di oggi.

Nel cuore di Celleno si arriva con l’intervento dell’architetto Massimo Fordini Sonni che, in decenni di impegno su questo fronte, ha svelato aspetti inediti della fortificazione: l’aspetto odierno del castello, che pur conserva il ponte di accesso e una delle torri, non rende giustizia all’originario assetto medioevale, che lo caratterizzava proprio come una massiccia fortificazione. Grazie alla testimonianza di un inedito disegno ottocentesco, probabile copia da un originale del Cinquecento, si è provata l’esistenza di una enorme torre sul fronte occidentale, demolita nel 1675 perché pericolante.

Oggi, con la ricostruzione grafica 3d, è possibile visualizzare la torre e restituire virtualmente la grandezza e la monumentalità di un passato che sembra avere ancora tanto da scoprire. E questo è stato anche il centro del dibattito della tavola rotonda che ha visto sedersi al tavolo, oltre al sindaco Marco Bianchi, i tecnici del Ministero della Cultura e dell’ufficio tecnico del Comune di Celleno, che hanno sposato con entusiasmo l’idea dell’istituzione di un’area monumentale del Castrum Celleni a completamento di un percorso di recupero che negli ultimi anni ha avuto un grande impulso dall’amministrazione comunale. Yuri Strozzieri funzionario di zona della Soprintendenza ha sottolineato come questa debba essere la strada di un’intensificazione della politica di tutela dei versanti e degli alzati rimasti, nonché di tutta la valle intorno, a costituire un unico valore paesaggistico. Barbara Barbaro, archeologa sempre della Soprintendenza, ha auspicato l’inizio di ulteriori campagne di saggi delle aree contigue al castello, mentre il tecnico comunale arch. Tiziano Grossi ha annunciato la partenza imminente delle indagini all’interno dell’antica chiesa di San Donato, ipotizzando la restituzione del perduto attraverso un suggestivo progetto di realtà virtuale.