FEGATO INGROSSATO

Acqua

All’inizio, appena letto di questo nuovo ente, l’EGATO, che la fertile immaginazione amministrativa, istituzionale, collocamentista aveva prodotto, non riuscendo a memorizzarne l’acronimo, facevo riferimento, secondo un noto metodo mnemonico, al FEGATO.

Poi svolgendolo per intero, l’acronimo, Ente di Governo di Ambito Territoriale Ottimale, il fegato è tornato in gioco, stavolta per un rodimento davvero intollerabile.

Guardiamo alle nostre sciagurate riforme istituzionali, a cominciare dalla legge Galli sull’acqua, 1994, in cui si prevedeva un territorio specifico d’intervento, che dovesse per sua storia e natura essere ottimale per la gestione del ciclo delle acque: vi si fornivano diversi metodi di individuazione di cosa fosse l’optimum da classificare Ambito Territoriale Ottimale; ma al solito si scelse, con una o due eccezioni, la più banale e scontata delle soluzioni come quello del confine provinciale.

Bene possiamo dire!; se “l’acqua del Sindaco” doveva essere tolta ai Sindaci, chi meglio dei Sindaci poteva essere cinicamente chiamato a decidere in merito?

Non so se avete mai avuto occasione di partecipare o assistere ad una assemblea d’Ambito di Sindaci sull’acqua, o i rifiuti, o i trasporti, insomma sui Servizi Pubblici Locali: è la negazione della democrazia, quella vera, seria, cinconstanziata, cui tutti aspiriamo.

Pannella, ma è un radicale, quindi da prendere con le molle, le chiamava “mercato delle vacche”, nel senso che il confronto, l’approfondimento, la fase decisionale e deliberativa, era del tutto occasionale, politicizzata, eterodiretta.

Dipendeva dai gruppi politici che erano interessati, non al buon funzionamento del sistema dei servizi, in termini di risparmio, efficienza, efficacia, ma semplicemente a portare a casa un risultato che passava per la linea partitica cui spingere i Sindaci a votare risoluzioni, anche di potere, di posti direzionali e decisori.

Se fate una ricognizione nazionale sugli ATO, non potete non costatare, salvo le solite eccezioni, tariffe moltiplicate, servizi mediocri o pessimi, deficit a go go, contenziosi giudiziari, sprechi e spesso caos politico, amministrativo e sociale.

Un legislatore regionale e nazionale accorto, dovrebbe fare una riflessione semplice: esiste al posto di questa superfetazione di ATO, un ente già previsto dalla Costituzione che potrebbe occuparsene?

Visto che gli Ambiti sono all’interno dei confini provinciali, che l’ente Provincia ha compiti di coordinamento, programmazione e gestione sovracomunale, che siamo alle soglie di un recupero possibile dai guasti arrecati all’ordinamento dalla legge Delrio sulle Province … a nessuno viene in mente che accanto a strade, ambiente, scuole superiori, si potrebbero aggiungere altri servizi pubblici locali come acqua e rifiuti??

Troppo semplice vero? E soprattutto fattibile con il personale politico già esistente, almeno quanto c’era prima della Delrio, ma che pone il problema di come risolvere i problemi interni ai partiti con una distribuzione di incarichi, compensazioni, recuperi, nuovi acquisti. Se il PD non la smette di voler perdere le elezioni come partito, pur di vincerle prima delle elezioni come gruppo dirigente da soddisfare, la sindrome francese dei socialisti evaporati sarà inevitabile.

Francesco Chiucchiurlotto