Iaquinta (I.S. Bassano Romano): “La scuola, agenzia educativa e formativa per eccellenza, deve saper ritrovare il suo ruolo centrale nel processo educativo e fare rete”

Bassano Romano

“La riflessione a cui siamo chiamati oggi – osserva la Dott.ssa Maria Luisa Iaquinta, Dirigente Scolastica dell’Istituto Superiore di Bassano Romano, – non può non partire dal pensiero di Bauman e della sua teoria sulla società liquida che condanna alla lontananza del singolo da una comunità rassicurante in cui esso stesso si riconosce, in un iperindividualismo edonista in cui nuotiamo senza una condivisione valoriale, senza una missione e, di conseguenza, senza obiettivi.

Ci si è allontanati da una società con valori condivisi per avvicinarsi ad un iperindividualismo che, inevitabilmente, si ripercuote sul concetto di famiglia, oggi non più tradizionalmente intesa e, anzi, il concetto di famiglia stessa si è notevolmente modificato a favore di questa fluidità di valori.

Il mattone sociale prima rappresentato dal nucleo familiare vede oggi quel nucleo stesso rappresentato da diverse individualità spesso contrapposte tra di loro e che, in nome del mito della libertà e dell’autorealizzazione, antepongo i miei bisogni alle responsabilità genitoriali verso cui siamo chiamati dando priorità scegliendo una scala di valori che dà priorità all’appagamento al benessere individuale 

Nella scala di valori scelti appaiono prioritari il soddisfacimento della propria autorealizzazione anche a discapito della famiglia e dei suoi componenti. Appare oggi molto più importante l’autorealizzazione e seguire l’omologazione apparire diventa prioritario rispetto al vivere. Nuova contrapposizione generazionale in cui i valori dei figli e quella dei genitori sembrano uguali diventando così non più un conflitto generazionale generato non più dalla propulsione di innovazione e di cambiamento generando conflitto tra genitori e figli in un vissuto sociale distopico in cui tutto può essere vero ma anche messo in discussione.

Da questo stato di cose e in nome di una libertà fittizia generiamo nelle nuove generazioni un disorientamento e confusione, uno smarrimento di identità che influenzano negativamente e, molto più spesso, corrompono un’armonica costruzione dell’IO.

In una situazione di conflitto all’interno del nucleo familiare, poggiato sulle fondamenta di una società liquida così intesa contribuisce ad esacerbare un possibile conflitto genitoriale che vede contrapporsi protagonisti, senza ruoli definiti, e quindi che combattono senza un obiettivo ed un fine costruttivo.

Spesso in un conflitto familiare il nucleo si disgrega e, come cellule impazzite, ogni componente, dimenticando di rivestire un ruolo ben preciso, intraprendono strade profondamente diverse, regrediscono ad una nuova dimensione adolescenziale contribuendo a generare confusione, una mancanza di saldi punti di riferimento che allontanano o, peggio ancora, distorcono da una giusta definizione del sé.

Si assiste oggi ad una profonda crisi dell’educazione delle nuove generazioni con l’indebolimento delle autorità simboliche: del padre, dei genitori, della scuola che rendono più difficile il ruolo dell’adulto nell’accompagnare bambini e ragazzi nella loro crescita.

In tale scenario la scuola viene spesso invocata ad esercitare supplenze educative che le famiglie non sono più in grado di garantire con conseguenti frustrazione dei figli. Senza una giusta definizione di ruoli, la scuola e gli insegnanti faticano a portare avanti la propria azione educativa. 

Abbiamo a disposizione numerosi riferimenti legislativi e scientifici che non trovano però riscontro in una proposta pedagogica condivisa e coerente con essi.

Siamo chiamati a costituire la bussola per orientare le istituzioni e i nostri comportamenti in questo difficile compito. La risposta può essere la rete. La scuola, agenzia educativa e formativa per eccellenza, deve saper ritrovare il suo ruolo centrale nel processo educativo e riproporsi come soggetto trainante di una rete che abbia la capacità di guidare le famiglie e i loro figli verso le mete educative condivise per ritrovare e ritrovarsi in valori socialmente condivisi nel rispetto di una società profondamente mutata.

I servizi sociali, i comuni, le parrocchie e tutti gli enti associazionistici che ruotano attorno all’individuo in crescita, che per anni hanno svolto un ruolo determinante, devono riappropriarsi dei propri ruoli all’interno della società e porsi alla guida di un percorso di crescita che possa puntare alla serenità anche lì dove esistono situazioni di conflittualità genitoriale”.