Il Piave mormorò, il ricordo non diventi per i posteri straniero!

Soriano nel Cimino, 24 maggio 2023. Una mattinata limpida, calda, un giardino pubblico con bambini che giocano, persone che portano i propri amici animali a passeggiare. Fin qui nulla di strano. All’ingresso di questo giardino un imponente monumento sormontato dalla statua di un soldato, ed alla cui base è assordante, per chi si ferma a commemorare, il silenzio fiero dei nomi di giovani cittadini Sorianesi scomparsi in un lasso di tempo ricordato da numeri romani incisi nella pietra: MXMXV – MXMXVIII.

A questo punto però, qualcosa si che diventa strano. Né un fiore, né un tricolore, non un tributo, solo il silenzio assordante del nulla, e un cagnolino che fa pipì nel tratto di giardino che circonda il memoriale!

Tale è stato questo 24 maggio 2023, gettando nella totale indifferenza la memoria pubblica di ragazzi Sorianesi che dettero il sangue per la Patria, e che invece oggi vengono omaggiati con pipì di cane (pur nulla avendo contro gli animali ci mancherebbe, loro non conoscono l’importanza del memoriale).

Sul monumento sono riportati questi versi di Carducci: “Per diverse terre le vostre ossa, per l’Italia tutta il nome, ma la religione di voi è qui, e passa di generazione in generazione”.

Una domanda allora sorge spontanea: cosa si è tramandato nei vari passaggi generazionali, se non viene dato nemmeno l’esempio pubblico di onorare la memoria?
Non si tratta soltanto di ricordare il sacrificio di nostri giovani concittadini nella grande guerra, di onorare la nostra storia nazionale, è soprattutto sottolineare, attraverso tale sacrificio, il no deciso ad ogni guerra, oggi soprattutto che è nuovamente presente nel cuore dell’Europa!

In modo privato ed intimo allora, dei fogli vengono lasciati su di un lato del monumento: uno riporta il testo della “Leggenda del Piave”, inno sacro in tale giorno; l’altro riporta l’effige del comandante supremo (il Re), in cui riposero la propria fiducia anche quei giovani Sorianesi di allora, ed il testo del messaggio con cui il Capo dello Stato incitava a difendere i sacri confini della Patria.
Un gesto simbolico per qualcuno, forse provocatorio ed inutile per altri, ma sinceramente DOVUTO per chi lo ha fatto. Anni fa ci furono lamentele per la commemorazione che in questo giorno si tenne attorno al monumento, ma quelle stesse voci cosa hanno fatto oggi?
Se l’alternativa all’iniziativa privata di qualcuno è la pipì di cane, con tutto rispetto allora sono meglio certe “palandrane” che però tengono viva la fiamma del rispetto e del ricordo.

La memoria non si deve cancellare, il sacrificio fatto per noi non si può sottovalutare. Ed allora, come si scrisse all’epoca, “Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati”. 

Un Sorianese che non dimentica.