Agricoltura, Caporossi (Lega): “Senza pace e speranza gli agricoltori abbandonati da tutti”

Stefano Caporossi
Stefano Caporossi

«Non c’è “pace” gli agricoltori e il comparto agricolo così combinato non ha futuro. Il PSR uno degli strumenti di sviluppo rurale che avrebbe dovuto essere l’arma economica dei giovani agricoltori si è rivelato un vero disastro.

Occorre trovare immediate soluzioni. Il futuro dei giovani agricoltori, che amano lavorare la terra – afferma Stefano Caporossi, Dipartimento Agricoltura Lega Lazio, – hanno bisogno di aiuto.

La politica ignora quanto sia importante investire nel settore.

Le lungaggini nelle istruttorie, la tempistica con cui vengono istruite le pratiche, concessi i provvedimenti di concessione e l’effettuazione dei saldi, ha tempi medi di circa 2 anni.

E’ INACCETTABILE!

Nell’arco temporale che passa tra la decisione di fare domanda e l’erogazione del finanziamento si inseriscono troppi fattori che incidono sulla buona riuscita dell’operazione.

Dal mutamento delle esigenze aziendali maturate nel frattempo, aumenti dei prezzi preventivati nella domanda iniziata (fino al 30/40%), eccessiva esposizione delle aziende che hanno deciso di effettuare l’investimento sperando in tempi istruttori “normali”.

Tutti fattori questi che purtroppo portano spesso le aziende a dover rinunciare all’investimento.

A questo punto la Regione dovrebbe pensare ad esternalizzare l’istruttoria delle pratiche.

Un servizio istituzionale diventato un disservizio. Questi alcuni esempi che dimostrano questo scempio.

Di seguito degli esempi di questo metodo incomprensibile di gestione , in merito all’eventuale mancato scorrimento della graduatoria delle domande 411 PSR 1ª scadenza è inaccettabile veder penalizzate le aziende che hanno fatto da “apripista” alla programmazione 2014/2020.

Dovrebbero avere gli stessi diritti di coloro che, quelle istanze, le hanno presentate nella seconda scadenza.

Spesso i bandi sono stati corretti dopo la loro uscita creando difficoltà alle ditte che già avevano fatto scelte rispetto alla prima stesura del bando stesso.

I bandi vanno SCRITTI UNA SOLA VOLTA IN MANIERA CHIARA, COMPRENSIBILE A TUTTI E SENZA LASCIARE INTERPRETAZIONI tali che ogni funzionario possa avere troppa libertà individuale nella valutazione delle istanze.

Nessuna categoria è penalizzata come quella delle imprese agricole in caso di errori o ritardi di presentazione rispetto alla scadenza dei bandi.

Sia le aziende che i tecnici lavorano sempre con il terrore che un eventuale errore, il più delle volte non voluto, possa compromettere il buon esito delle istanze e creare attrito tra i diversi attori.

Sarebbe bene allestire un sistema sanzionatorio che non porti alla esclusione delle istanze, ma a una loro eventuale penalizzazione; nel caso delle misure agro ambientali tale sistema è già reso operativo, lo stesso si dovrebbe fare per le misure strutturali (411, 611, ecc) .

Giacciono ancora inevase le numerose richieste di “calamità naturale” presentate da anni dalle ditte che hanno subito ingenti danni. Tali richieste ancora non hanno risposta (es. siccità 2017 e gelata 2021).

INACCETTABILE!

Non si capisce, visto che questo danno è stato riconosciuto anche da un Decreto Ministeriale, oltretutto finanziato, la lungaggine con la quale la Regione istruisce e liquida le domande.

Se le ditte hanno richiesto un aiuto, documentando un danno reale avuto in azienda e la Regione ha dato la possibilità di inoltrare la domanda di danno; la Regione stessa deve quanto prima liquidare le domande ritenute liquidabili.

A seguito delle difficoltà causate dalla crisi pandemica e possibilità di effettuare smart working con conseguente complicanza nel fare utenza, ogni funzionario regionale DEVE poter essere raggiunto telefonicamente.

Purtroppo rimane molto difficile interfacciarsi con i funzionari regionali dall’inizio della pandemia.

Per i bandi delle misure agro ambientali è necessaria la consegna della documentazione cartacea solamente qualora la domanda fosse stata avanzata da un professionista; tale incombenza non è dovuta nel caso di presentazione della domanda da parte del caa.

Tale incombenza è incomprensibile per lo spreco di materiale cartaceo vista la possibilità di scaricare la domanda dalla rete, oltreché ingiusta per la categoria dei professionisti abilitati. Non si è mai realmente affrontato il danno che causa la fauna selvatica alle coltivazioni e non solo.

A seguito della segnalazione da parte della azienda non si da seguito ad un risarcimento reale, tanto è che spesso le ditte rinunciano a fare le segnalazioni. Vista la propensione ambientalista della Regione, si vorrebbe lo stesso interesse per la sorte delle aziende che sempre più spesso assistono inermi alla distruzione delle coltivazioni.

L’assegnazione delle istruttorie delle pratiche ai diversi funzionari dovrebbe avvenire per estrazione, oltretutto pubblica; non è tollerabile che le pratiche vengano attribuite senza un sistema indipendente dall’intervento umano; Importante sarebbe l’attivazione di un servizio gratuito per l’utenza di indirizzo e orientamento sugli interventi attuabili. Spesso gli utenti sono frastornati da quello che leggono sui bandi. Totale scollamento tra le ADA provinciali e la Direzione Regionale. Se viene posto un quesito alle direzioni provinciali, non si hanno mai risposte celeri e precise; tutto viene rimandato a pareri della direzione che purtroppo non arrivano MAI.

Le direzioni provinciali dovrebbero iniziare a prendersi le responsabilità di dare risposte ai quesiti che vengono posti dagli utenti. Non è possibile rimandare sempre a quello che “dicono a Roma”, INACCETTABILE.
Questi solo alcuni degli infiniti dubbi sulla gestione dei bandi regionali per l’agricoltura.
Quanto esposto sono alcuni dei problemi che stanno vanificando la fiducia che gli AGRICOLTORI hanno nei confronti dell’Amministrazione Regionale.
INSOMMA: gli agricoltori oltre ad essere sottoposti agli eventi in parte incontrollabili della natura (clima, fauna, mercato sono sottoposti anche a quelli di un’amministrazione non efficiente, che tuttavia rappresenta l’unico parametro che può essere modificato in positivo (amministrazione efficiente).
È giunto il momento di chiedere la costituzione di un organo superiore di controllo affinché anche l’agricoltore può ricorrere all’autotutela».