LA PRESA DEL POTERE

Giorgio Gaber

C’è una strana canzone di Giorgio Gaber del lontano 1972 intitolata “La presa del potere”, in cui l’indimenticabile e poliedrico personaggio del teatro e della canzone, descrive a tinte tetre, fosche ed inquietanti, l’ascesa incontrastata di misteriosi, poi non tanto, personaggi.

Ad ogni strofa descrittiva, come ho sopra accennato, segue la domanda: Chi sono?

La risposta di volta in volta è: i laureati e gli studiosi; poi l’intellighenzia e gli scienziati; poi ancora i tecnocrati italiani.

Sullo sfondo il ritornello buffo e canzonatorio: “ … e l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar, e l’Italia rideva e cantava…”.

Fantastica e profetica rappresentazione, con una cinquantina d’anni di anticipo su ciò che in qualche modo stiamo vivendo oggi.

La pandemia sovrapposta ad una crisi economica senza precedenti, appesantita da un debito pubblico in costante aumento, e da una classe politica inadeguata, ha spazzato via, sommessamente ma implacabilmente la politica come l’abbiamo sempre vissuta; cioè come diritto a partecipare alla vita pubblica del nostro Paese, attraverso i partiti e le loro articolazioni funzionali ed organizzative e soprattutto attraverso il voto.

La diserzione delle urne alle ultime amministrative è già stata abbondantemente archiviata da tutti i partiti; l’analisi del voto è spesso diventata l’analisi del vuoto (non è mia questa intuizione, ma la uso come pertinente al senso del mio discorso), e si è tutti tornati alle solite faccende; spallucce, sguardi rassicurati, “business is usual”, “maiora premunt”.

La Bestia Salviniana si è infiltrata anche in RAI ed in Mediaset e ci offre il Capitano ad ogni apertura di TG in tutte le salse; Enrico Letta ci mette di suo nell’essere impalpabilmente presente ogni tanto con qualche commento o proposta, convinto, come credo sia, che questa immagine paghi; Il Cav, in piena fase di esaltazione senile, ridiscende in campo con vista sul Quirinale; la Giorgia, in tutte le sue accezioni, fa finta di non capire che finchè la fiamma del MSI sarà nel suo simbolo, ogni distinguo e argomento antifascista sarà fiacchino.

Di questo si nutre la Politica italiana oggi?

Certo!, mentre i laureati e gli studiosi, l’intellighenzia e gli scienziati, i tecnocrati italiani guidati da Mario Draghi governano e speriamo tutti che lo facciano bene.

Se quella canzone Gaber l’avesse scritta oggi sicuramente cambierebbe una strofa nel ritornello: “… e l’Italia giocava alle carte e parlava di COVID nei bar …”, perché veramente non se ne può più di sorbire cucinata in mille maniere la fuffa dei No vax, No pass, No, non so, ma è no!, che trasforma in protagonisti alla Masaniello chiunque abbia una possibilità di ricatto o di preminenza in una settore (portuali?).

Ci stiamo facendo del male con le nostre mani e forse scopriremo tra un po’ che siamo stati manipolati dai Russi, eccellenti in disinformatyia; ma intanto dovremmo pensare che siamo chiamati ad uno sforzo titanico come nazione, simile a quello che compimmo con l’entrata nell’EURO, allora tutt’altro che scontata, ed è cogliere subito e bene l’occasione del PNRR, oltre 300 miliardi di euro, di cui non si parla o si sa poco, o si comincia a sospettare che quei signori di cui parlava Gaber, lo sappiano benissimo, ma non hanno alcun bisogno di noi.

Francesco Chiucchiurlotto