ANCI CASO DI SPECIE

“C’era un gruppo di imprenditori che dominava appalti e gare e agiva per arricchimento personale. Gli amministratori pubblici coinvolti hanno lucrato su appalti e sui rapporti con questo gruppo asservito a interessi economici illeciti. Caratteristica di questo gruppo era il reato di associazione a delinquere, composta da otto persone compresi sindaci e alcuni responsabili degli uffici tecnici”.  

Queste le perentorie parole del Procuratore Capo di Piacenza, dette con sicumera in una affollata conferenza stampa, sull’inchiesta che ha coinvolto 35 persone: tra esse il Sindaco di Cerignale, paesino montano ai confini dell’Emilia Romagna con la Liguria, che dopo un paio di settimane di prigione, dimessosi dalla carica il 24 febbraio 2022,  passa alcuni mesi agli arresti domiciliari ed oggi dopo quasi due anni è ancora in attesa che venga fissata la prima udienza di giudizio, per accuse che evidentemente non erano così circostanziate.

Cosa ne è stato delle terribili imputazioni del febbraio di un anno fa che impedisce ancora di fare e di dare giustizia, non si sa, ed il pensiero va grato al ministro Carlo Nordio ed alla sua sacrosanta battaglia per l’eliminazione dell’abuso d’ufficio, che al 98% dei casi si risolve in un non luogo a procedere, dopo sofferenze indicibili e diffuse degli imputati.

Cito il Sindaco di Cerignale non solo perché conosco la sua bravura amministrativa e la sua correttezza che confido finirà per affermarsi, e non solo per la condizione di rischio personale che corre chi amministra, per una normativa vaga, farraginosa e discrezionale, ma anche perché oltre alla carica di Sindaco ha dovuto rinunciare all’incarico che portava avanti negli organismi direttivi di ANCI,  l’ Associazione Nazionale Comuni Italiani, in qualità di Coordinatore della Consulta dei Piccoli Comuni.

Questi Comuni sino a 5000 abitanti sono 5.534 su 7.904, pari al 70,04% (da ricordare al prossimo Congresso) ed amministrano 9,7 milioni di cittadini, insediati  nelle aree interne e montane, alle prese con seri fenomeni di impoverimento, invecchiamento, spopolamento.

In questi ultimi anni hanno subito, più di altre istituzioni, per la loro fragilità territoriale, debolezza sociale e inappetibilità politica (pochi voti), tagli indiscriminati e lineari (cioè dove “cojo, cojo“), blocco del personale, elefantiasi burocratica, centralismo sia statuale che regionale.

Eppure, come dice Oscar Farinetti, sono i portatori e difensori della nostra biodiversità; eppure come dice Vittorio Sgarbi, sono luoghi mirabili della nostra bellezza artistica, monumentale, paesistica; eppure come ribadisce spesso il Nostro Presidente della Repubblica, debbono essere difesi e valorizzati.

Eppure, eppure,  è proprio nell’ANCI che tutto ciò è negletto, sottovalutato, ignorato: prova ne è che dal febbraio 2022, dai fatti sopra ricordati, la Consulta dei Piccoli Comuni è senza Coordinatore e non svolge il ruolo statutario assegnatole.

Presidente Antonio Decaro, avendo sentito i rumors per la sua successione da parte di altri autorevoli Sindaci, Ella sarà sicuramente alle prese con qualche candidatura di prestigio verso Bruxelles, ma non ha veramente niente da dire? Si continua ad usare l’ANCI come un taxi verso il potere, come gli illustri precedenti di Bianco, Delrio, Renzi, ecc. ecc. dimostrano? Ed i Sindaci?                      

Francesco Chiucchiurlotto