DA ANDREOTTI A PAPA FRANCESCO

migranti

Dal discorso di Giulio Andreotti al Meeting di Rimini dell’agosto 1991, sui migranti, a quello recentissimo dell’altro giorno di Papa Bergoglio al velodromo di Marsiglia, sono passati 32 anni.

Possiamo parlare di emergenza, di fenomeno improvviso, inusitato, nuovo?

Andreotti con un tono che usciva dal suo consueto flemmatico e spesso tagliente discorrere, per assumere accenti anche drammatici, descriveva scenari apocalittici di ciò che sarebbe potuto succedere se non si fosse intervenuti a sostegno dei paesi del terzo mondo, ed in particolare di quelli africani:

“Milioni di persone sfonderanno i confini d’Europa; sarà una nuova marcia dei Tartari non frenabile.” – “ Dire che occorre un piano interarabo di aiuti basato sui proventi del petrolio, serve a scrivere libri, non a risolvere dei problemi.”

Papa Francesco per la prima volta stigmatizza per tutti, anche per chi “difende Dio”, per chi portava il rosario al collo e per quel becerume che in parte alligna a Pontida:

“Non c’è un’invasione di migranti. Basta propagande allarmistiche. Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani la soluzione non è respingere ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari.”

Parole queste di chi capiva e si schierava con i paesi arabi e del terzo mondo, come Andretti ed ante litteram ne percepiva la prospettiva? Oppure di chi da un altissimo magistero, lontano però dalle spietate logiche e dinamiche della politica, indica una strada? Parole destinate a scorrere sui media senza alcuna conseguenza o riscontro?

Non credo: intanto i numeri dicono che non siamo “il campo profughi d’Europa”! Secondo il trattato di Dublino, firmato nel 1990 ed entrato in vigore nel 1997, si assegnano i migranti al paese di primo approdo; ma di un milione circa di essi, 650.000 sono andati all’estero, in particolare Francia e Germania e l’Italia sulla richiesta di riassorbimento e rimpatrio, ha adempiuto per soli 35.000.

Di qui le chiusure rinforzate di Germania, a fronte dei suoi 115.000 migranti sbarcati in Italia, di cui 10.000 riassorbiti; e di Francia, a fronte di 90.000 sul suolo francese riassorbiti dall’Italia in 5.000 unità; grosso modo il 70% degli sbarcati vanno e restano in altri paesi.

Ciò non esime affatto dalle sue gravissime responsabilità la UE, anche a fronte della speculazione vittimistica, che facilmente il governo attua con le immagini di Lampedusa.

Il superamento del trattato di Dublino è il punto cardine dell’epocale questione: gli USA con il sistema di ELLIS ISLAND, l’approdo selettivo a New York, in pochi anni hanno integrato 14 milioni di persone, e l’Europa in pieno deserto demografico potrebbe fare di meglio. Hanno ragione Andreotti, per la necessità di un intervento mirato e generoso in Africa, e Papa Francesco per un ordinato e caritatevole approccio, ma una cosa è certa, con la propaganda, il vittimismo, il complottismo, la sostituzione etnica, non si va da nessuna parte, si ottiene soltanto l’isolamento politico: anticamera di emarginazione finanziaria ed istituzionale, per una sconfitta, questa sì epocale, delle nostre ambizioni.

Francesco Chiucchiurlotto