DIO PATRIA FAMIGLIA

Se i sondaggi dovessero essere confermati e Giorgia Meloni ed il suo partito, Fratelli d’Italia, vincessero le prossime elezioni, che cosa ci dobbiamo aspettare dalla sua impostazione politico ideologica, dalle sue idee e dai suoi ideali, che fuori dalla “fratellanza” conosciamo poco e solo per slogan?

“Dio, Patria e famiglia non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d’amore che attraversa (ah i congiuntivi!) i secoli. Affonda le sue radici nel ‘pro Aris et Focis’ di Cicerone: ‘l’altare e il focolare’, che da sempre fondano la civiltà occidentale”.

Ecco enunciato in sua intervista il suo “Credo”, Dio, Patria, Famiglia, che suona un gran bene come retorica dell’amore, come referenza storica alla gloria di Roma, come fondanti l’ identità occidentale: peccato che ad occhio i tre valori non godano di così buona salute.

La nostra religiosità ha perso da tempo la sua carica motivazionale che la rendeva il carattere distintivo più importante della sfera umana; il cruccio degli ultimi Papi ed i loro sforzi variamente articolati, sono stati concentrati sulla riscoperta della Divinità, sulla spiritualità che ne consegue, ed anche sull’assetto gerarchico confessionale che ne deriva.

Ma la filosofia, la cultura, il mondo secolare, ormai succube dell’economia e della tecnica, sanno, dopo Friedrich Nietzsche, che “Dio e morto!” (e mi viene da dire con Woody Allen,… Dio è morto, Marx è morto ed anch’io non mi sento tanto bene!”)

Infatti, cercando di essere seri e non seriosi, il malessere esistenziale, le problematiche quotidiane ed individuali, le dinamiche sociali, prescindono da tempo dall’idea di Dio o da una sua possibile influenza sulle vicende terrene, se non in modo limitatissimo ed esteriore.

Non viene rimproverato infatti all’Occidente di essere degradato e corrotto proprio sul piano morale e religioso? Non viene accusato di aver abbandonato quel “manifesto d’amore” di cui parlava la Meloni nell’intervista?

Ma tutto ciò viene propugnato e propagandato dalle autocrazie imperanti come puntello delle peggiori dittature e come substrato di un revanscismo storico, la Seconda Roma dell’Impero zarista di Putin e della Chiesa ortodossa di Kirill, del tutto inaccettabili; ed allora?

Non va meglio con la Patria, con i Patrioti e tutto l’armamentario nazionalista che essa comporta; c’è voluto Azelio Ciampi, e chi gli succedette, a ripristinare l’uso ed il favore per il tricolore e l’inno di Mameli, ma non mi pare che al di fuori di una stretta cerchia di militanti, o in occasione di gare internazionali, ci sia in giro una gran passione patriottica, anzi !.

Il sovranismo alla Trump o alla Orban, come “malattie infantili” dell’Occidente Capitalista, devono fare i conti in Italia ed in Europa con la consapevolezza che l’adesione alla UE è una garanzia finanziaria ed oggi dopo l’Ucraina, anche difensivistica, insomma è una condizione ormai irrinunciabile e destinata, dopo il PNRR, a rafforzarsi; ed allora?

Se osserviamo com’è messa la famiglia italiana, ma anche europea con qualche eccezione, come non notare che lo scarto demografico negativo è da noi a livelli record e non più recuperabile, se nel 2070 saremo 11 milioni di Italiani in meno, con l’immigrazione forzata come unica soluzione, altro che blocco navale !?

La famiglia giovane convive, non si sposa se non tardi; ha un figlio al massimo; non frequenta la Chiesa, la parrocchia, i sacramenti; non rappresenta, dopo la fine della civiltà contadina, quell’ordine gerarchico e valoriale durato per millenni; ed allora?

Per Giorgia Meloni, “conservatori significa innanzitutto sentirsi eredi. Avere cioè la consapevolezza storica di ereditare una tradizione, una cultura, un’identità e un’appartenenza. Un conservatore – precisa Meloni – non è contrario ai cambiamenti in sé. È contrario alla visione della sinistra secondo la quale progredire vuol dire cancellare tutto ciò da cui proveniamo”. (sic!)

Qui siamo alla commovente illusione dell’esistenza di una tradizione, di una cultura, di una identità, di una appartenenza nazionale; ma nessuno stacca gli occhi dal cellulare, riposa le dita da Tik Tok, Istagram, fb, & social, nessuno parla più di sé e della politica some soggetti socialmente attivi, nessuno cerca più la partecipazione (quella di Giorgio Gaber).

Mia nipote tredicenne si diverte a fare il verso di Giorgia “donna, madre, italiana…” e magari le darebbe anche il voto, ma rimane stellarmente lontana da quel “Dio, Patria, Famiglia” che ai miei tempi si diceva riducessero “l’uomo in poltiglia!”

Francesco Chiucchiurlotto