STALINGRADO

Guerra Ucraina

Carlo Revelli, stimatissimo intellettuale nonché fisico di prestigio internazionale, ha proposto in merito al dibattito sulla guerra in Ucraina, un esempio per sostenere la parte dei “né, né”; né con l’Ucraina, né con la Russia: – Un energumeno ben armato aggredisce un bambino e se si interviene in sua difesa dandogli un coltellino, il primo infierirà ancora di più! – .

Ciò per dimostrare che l’invio di armi per la difesa dell’Ucraina sia non solo inutile, ma dannosa; ma l’esempio può essere sviluppato tenendo anche conto della minaccia di impiego di armi nucleari fatta da parte di Putin.

Allora: – Un energumeno ben armato e munito di cintura esplosiva, aggredisce un bambino, se si interviene in sua difesa dandogli un mitra e se egli si trova alle spalle altri energumeni con cintura esplosiva, cercherà certamente di trovare una mediazione! – .

Tradotto fuor di metafora: è come avvenne a Cuba dal 16 al 28 ottobre 1962, in cui si arrivò a sfiorare l’impiego dell’arma nucleare, ma poi si trovò un compromesso; nel nostro caso vale il già ricordato episodio di Tucidite sulla guerra del Peloponneso, in cui il delegato ateniese ai Melii, intimando la resa, disse: “ Tra pari ci può essere giustizia, per i deboli solo obbedienza!” Poi per i deboli finì con la strage dei maschi e la schiavitù di donne e bambini.

Ecco, gli Ucraini non hanno il peso specifico per trattare con la Russia, ma gli USA e la Cina si!  anche perché come sistemi globali hanno alle spalle “crimini di guerra” in abbondanza, chi più chi meno, e quindi tra uguali si può trovare un punto di equilibrio.

Credo che quando Putin ha evocato la messa in allerta del suo sistema missilistico nucleare, altrettanto doveva fare la NATO e Biden, non con l’obiettivo di intimorire La Russia o di andarne a vedere il bluff sulla guerra nucleare, ma semplicemente per coinvolgere la Cina nella pacificazione del conflitto, come parte che da esso ha tutto da perdere ed interesse a fare di tutto per impedirlo; se non l’ha fatto è perché la Russia si sta indebolendo e ciò conviene non solo agli USA: quindi povera Ucraina in ogni caso!

Atteso che l’ipotesi Berselli sia giusta e che porti alla disfatta dell’Ucraina con conseguenze “inimmaginabili” (Putin dixit), per altro verso si potrebbe ipotizzare che l’istituzione di una “No fly zone”, d’intesa o quanto meno con l’ informazione diretta e costante con la Cina, potrebbe essere ancora una soluzione per costringere Putin ad una trattativa?

Il piano del ragionamento è scivoloso, terribilmente rischioso, quasi improponibile, ma la Cina è oggi quella che più di ogni altro tiene alla globalizzazione, alle Vie della Seta, al commercio libero universale, contro a tutto ciò che l’imperialismo da XX secolo propugna Putin, Zar di un impero che non si regge sul commercio manifatturiero, ma su armi e risorse.

Quello che appare in tutta evidenza è proprio questo ancoraggio al novecento di Putin, obsoleto e crudele: come il modello di distruzione totale di Grozny e di Aleppo, che sta applicando a Kiev, con bombardamenti a tappeto ed eliminazione fisica di uomini e cose, o quella stupida fila di 64 Km di 6000 tanks da impallinare con 4 droni.

Ma la riduzione in macerie di intere città l’abbiamo già vista nel secolo scorso, ed erano i Russi allora sotto l’assedio di Von Paulus a Stalingrado che irridevano i Tedeschi perché costruivano per loro con le bombe trincee invalicabili: si sa come finì allora e forse anche oggi l’assediante sarà assediato per trattare.

Francesco Chiucchiurlotto