Talotta: ‘Auguri per le feste natalizie a tutto il personale sanitario’

Roberto Talotta
Roberto Talotta

Il Natale si avvicina e tutti siamo portati a formulare gli auguri ai familiari, agli amici e alle persone che ci stanno a cuore. In questo specifico e travagliato momento di grande difficoltà per il nostro Paese, voglio indirizzare il mio affettuoso pensiero ad una Categoria di operatori che, negli ultimi tre anni, si è distinta in modo particolare, e meritevole di essere ricordata per l’impegno profuso nell’ambito della propria attività professionale.

Medici, infermieri, tecnici, ostetriche, OSS, e personale sanitario in generale, sono i destinatari dei miei auguri e degli auspici delle persone che, nello stato di malattia, hanno ricevuto premurosa assistenza durante la loro degenza ospedaliera.

Questo sentimento di riconoscenza rivolto a questi professionisti della Sanità, vuole essere anche un messaggio di speranza e di sostegno per loro che, ogni giorno, negli ospedali pubblici, si trovano ad esercitare il loro lavoro in condizioni veramente disagevoli e azzardate.

Pertanto, gli auguri per le imminenti Feste Natalizie sono dedicati a loro, ai medici, infermieri, tecnici, ecc., che nel corso degli ultimi anni hanno visto dimezzarsi il numero dei posti letto nei reparti, nelle terapie intensive e pronto soccorso; a loro, che hanno subìto la riduzione delle risorse umane e del blocco delle assunzioni, con l’inevitabile intensificazione dei turni di lavoro e la sospensione dei riposi settimanali e delle ferie; a loro, che si sono visti applicare un rinnovo contrattuale da “elemosina” che lede pesantemente la dignità di uomini e di professionisti; a loro, che questa “Legge di Bilancio”, li esclude da qualsivoglia miglioramento economico e che contempla scarsità di investimenti per il rilancio della Sanità Pubblica; a loro, che si sono visti affiancati da colleghi ucraini non vaccinati, in sostituzione dei colleghi italiani non vaccinati e lasciati a casa senza stipendio; a loro, immersi nel “girone infernale” del pronto soccorso, circondati da decine di barelle poste nei corridoi dove stazionano per giorni interi malati di ogni specie, ai quali non si riesce a garantire quelle prestazioni basilari che anche nel “terzo mondo” sono assicurate senza difficoltà; a loro, che sono le vittime predestinate di violenze fisiche e verbali, inferte da gente esasperata dalla cronicizzazione delle indigenze sanitarie decretate dai Governi; a loro, definiti “angeli” ed “eroi” all’inizio della pandemia e, oggi, considerati meno di niente dai politici, di destra e di sinistra, impegnati, piuttosto, a sostenere, su comando dell’Unione Europea”, altri popoli e altre nazioni, con l’invio di armi e di somme ingenti, soldi sottratti agli impellenti bisogni degli italiani, tolti alla Scuola, alla Sanità, alle zone terremotate, alluvionate e bisognose di messa in sicurezza del territorio; a loro, che sono la “spina dorsale” del Servizio Sanitario Nazionale, una volta virtuoso esempio per tutte le Nazioni e, oggi “scheletrizzato” con tagli di miliardi e miliardi di euro.

Questo è il Natale amaro che ora sperimentano gli ospedali e gli operatori sanitari italiani e, allora, l’augurio più bello e importante che rivolgiamo a loro, è quello che l’anno 2023 possa trovare una classe politica pronta a mettere in Agenda la “ricostruzione” di tutto l’impianto sanitario ospedaliero e territoriale, e la considerazione giuridica ed economica, nei fatti e non solo nelle parole, di tutto il Personale che vi opera per tutelare la Salute di tutti.