I GESUITI A TOSCANELLA

Tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 nella chiesa di San Giuseppe fu costruito l’altare maggiore con il quadro che raffigura il transito del Santo mentre è assistito da Gesù e dalla Madonna, con lo stemma del committente Ercole Pietro Consalvi ed anche altri due di Giovanni Gregorio Brunacci Consalvi, il nonno del grande cardinale Ercole.

In alto col colore rosso fu posto l’emblema dei Gesuiti, i religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù, fondata  nel 1534 da Sant’Ignazio di Loyola, originario dei Paesi Baschi,  ed approvata dal papa Paolo III nel 1540, con il compito di difendere e propagare il cattolicesimo soprattutto attraverso l’insegnamento e la predicazione, i quali vivevano il loro apostolato a Tuscania: il monogramma IHS,  Iesus Hominum Salvator,   i tre chiodi della Passione in punta ed in alto la croce.

Nella parete a destra, nella chiesa, fu eretto anche il loro altare intitolato al gesuita  San Francesco Saverio, con un suo quadro e gli emblemi dell’Ordine sia nello stesso quadro come nella parte più alta dell’altare.

Nella missione svolta a Toscanella  i Gesuiti istituirono la Congregazione degli Artisti i quali avevano pagato i lavori per la costruzione dell’altare  ed ogni domenica si radunavano nella chiesa, con la direzione di un sacerdote, per pregare e partecipare alle celebrazioni eucaristiche.

L’8 settembre veniva celebrata la festa della natività della vergine Maria dagli artigiani  : sarti, fornai, falegnami, fabbri, calzolai, i quali, come opera di pietà, davano da mangiare ai poveri.

Aiutavano anche le famiglie di ogni fratello defunto.

I Gesuiti fondarono anche un oratorio serale per i giovani che rimase aperto fino al 1860.

Presso lo stesso altare pregavano anche le donne che avevano una loro compagnia per le pratiche religiose.

Ogni anno durante la novena , nei giorni precedenti la festa di San Francesco Saverio, che fu proclamato santo nel 1622, tutto il popolo cristiano pregava ed innalzava inni.

Questo santo diffuse il cristianesimo in Asia: in India,  a Formosa , nelle Filippine, in Malesia e nel Giappone.

Nel 1861 il vescovo di Tuscania, il cardinale Gaetano Bedini, dette l’incarico di maestro di retorica ad un padre gesuita che poi fu il rettore del seminario tuscanese.

Altri professori gesuiti insegnarono filosofia e teologia e nel 1863 istituirono un loro  convitto che durò fino al 1868.

Nel 1927 San Francesco Saverio  fu proclamato Patrono delle missioni.

Mauro Loreti