«Oggi, per la Giornata Internazionale di Commemorazione in memoria delle Vittime dell’Olocausto, i monumenti di Vasanello si illumineranno di rosso come le scarpette dei bambini di Buchenwald questo l’annuncio del Sindaco di Vasanello.

In particolare – prosegue Igino Vestri, Sindaco di Vasanello, – abbiamo deciso come amministrazione comunale di fare una dedica speciale in questa giornata al nostro concittadino Sebastiano Pieri a cui il Consiglio Comunale lo scorso 29 novembre ha deliberato all’unanimità di dedicare una pietra di inciampo.  (la seconda dopo quella a lui dedicata a Milano in piazza Filangeri 2, davanti al carcere di San Vittore dove prestava servizio durante la guerra).

Sebastiano Pieri – prosegue Vestri – era originario di Vasanello (VT), dove era nato il 5 aprile del 1898, era un agente di custodia (così si chiamavano allora gli agenti di Polizia Penitenziaria) in servizio a San Vittore nel 1944, che fu ‘scoperto ad aiutare i detenuti politici a mantenere i rapporti con le famiglie   nascondendo nella fodera del berretto di ordinanza  i messaggi tra i prigionieri  politici  e i loro parenti.

Era il suo contributo alla lotta contro i  nazisti con i quali veniva ogni giorno a contatto in quanto era stato assegnato alla parte del carcere requisita dalle SS dove si trovavano antifascisti ed ebrei in attesa di essere deportati.

Fu scoperto  e finì arrestato il 17 marzo 1944 e assassinato, dopo vari spostamenti da Fossoli e Mauthausen, a Gusen il 19 gennaio 1945.

Una storia quella del nostro concittadino Pieri  di grande coraggio e determinazione per la  sua scelta di aiutare i prigionieri, pur consapevole dei rischi che quell’attività comportava».

«Mi auguro – aggiunge l’Assessore alla Cultura Dominga Martines – che questa storia di coraggio e altruismo venga ricordata in tutte le scuole di Vasanello e non solo..

A breve, prosegue, con l’apposizione della  pietra di inciampo davanti alla casa comunale questo ricordo rimarrà indelebile nelle memoria di Vasanello perché queste pietre  simboliche come ha affermato la senatrice a vita Liliana Segre   “raccontano storie di persone che sono senza memoria, che sono sparite nel vento di Auschwitz, persone che non hanno altro ricordo”».

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