Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, installazioni a Vitorchiano

femminicidio

Il Comune, come ogni anno, intende stimolare una riflessione sul tema del femminicidio e della violenza di genere

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e il Comune di Vitorchiano, come ogni anno, vuole accendere un riflettore sul tema del femminicidio. Da quando è stata inaugurata la panchina rossa, simbolo delle donne vittime di violenza e brutalmente uccise per mano di uomini, ogni anno è stato fatto qualcosa affinché questa giornata non passasse inosservata. Sabato 25 novembre 2023 saranno disposte alcune piccole installazioni al palazzo comunale e in altri punti ben visibili, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sul tema della violenza di genere. Tali installazioni riporteranno il messaggio “Non sei sola!” e il numero 1522, istituito dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in modo da diffonderlo il più possibile presso cittadine e cittadini.

Quest’anno come non mai il tema è alla ribalta – afferma Ruggero Grassotti, sindaco di Vitorchiano – gli ultimi casi, anzi l’ultimo caso, quello di Giulia Cecchettin, ha forse più di altri smosso le coscienze e dato un pugno allo stomaco a tutti noi, irrompendo quasi con prepotenza in tutte le nostre case, anche se in realtà si tratta della centotreesima vittima di femminicidio nel 2023. Non è più possibile parlare di femminicidio soltanto un giorno all’anno: le istituzioni, la scuola e noi tutti dobbiamo impegnarci perché non si abbassi mai la guardia e l’attenzione sia sempre alta nel riconoscere quei campanelli d’allarme che troppo spesso non vengono riconosciuti dalle stesse vittime. In questo senso la comunità è molto importante, perché ognuno di noi può e deve fare la sua parte. Proprio per questo – aggiunge Grassotti – il Comune di Vitorchiano farà tutto ciò che è possibile per aiutare le donne che si trovano in tali situazioni. Ricordo a tutti che le nostre porte sono sempre aperte e che l’assistente sociale è disponibile nei giorni di lunedì, martedì e giovedì“.

Il femminicidio di Giulia è stato un’altra morte annunciata – interviene l’assessore Ester Ielmoni – Quasi secondo un copione che, ahimè, conosciamo bene. Tutti a chiedersi perché, a piangere e a condannare quando ormai è troppo tardi. Nonostante le pressanti richieste delle tante associazioni che lavorano sul campo e conoscono bene la cultura che porta a questa strage, perché ormai è di strage che dobbiamo parlare, le istituzioni si scandalizzano quando si chiede loro di fare prevenzione, lavorando sull’educazione dei bambini e delle bambine per cambiare dalle basi la cultura maschilista, patriarcale e sessista che impedisce ogni vero cambiamento. La stessa che fa credere agli uomini che le donne siano di loro proprietà e purtroppo alle donne stesse che il senso del possesso sia una delle tante declinazioni dell’amore. Quanto ancora dobbiamo aspettare, mi chiedo?“.

È incredibile come una donna non sia libera di vivere la propria vita – continua Ielmoni – come si possa pensare che un essere umano sia proprietà di qualcun altro, come sembri impossibile tutelare una donna che ha sporto denuncia, che si debba accettare passivamente che qualcuno si arroghi il diritto di poterti possedere, eliminare. Credo che sia arrivato il momento che anche gli uomini si facciano carico insieme a noi donne di questo dramma, che li riguarda in prima persona, perché solo se saremo uniti e complici riusciremo a compiere una vera rivoluzione ‘sentimentale’. Per quanto riguarda la giornata del 25 novembre, la morte è il prezzo più alto pagato dalle donne che si trovano a che fare con la violenza maschile, ma non è l’unico. I soprusi, infatti, hanno molte forme e quando si manifestano per la prima volta sono spesso irriconoscibili. Anche perché, nella maggior parte dei casi, il carnefice è colui che dice di amare: un marito o un fidanzato. Stalking e aggressioni verbali e psicologiche sono i primi campanelli d’allarme. Spesso queste donne hanno difficoltà a contraddire, a lasciare e a denunciare questi uomini. Il messaggio che vogliamo dare a ogni donna – conclude – è ‘Non sei sola!’ Cogliamo l’occasione per ricordare che chi ne avesse bisogno può rivolgersi al numero 1522“.