QUALCHE CONCLUSIONE SULLA GUERRA

Guerra Ucraina

  • Prof. Fabio Marco Fabbri, vorrei concludere questa intervista indagando più a fondo sulle cause della guerra, oltre la vulgata putiniana dell’aggressività della NATO, della sicurezza russa, delle terre “irredente” del Donbass: per esempio il monopolio oltre che su gas e petrolio, anche su grano e fertilizzanti dell’area?

 La Russia si era già attivamente preparata dal 2021, prima dell’offensiva contro l’Ucraina, ad affrontare le conseguenze della guerra. Infatti il consigliere del Cremlino Maxim Oreshkin ha osservato in un forum dedicato ai giovani a Mosca, che la principale causa della fame nel mondo che si verificherà quest’anno sono le misure economiche sconsiderate degli Stati Uniti, dell’UE, con riferimento alle sanzioni che hanno colpito la Russia; ma credo invece che la strategia moscovita sia ora quella di monopolizzare alcune risorse strategiche anche impedendo l’esportazione del grano ucraino stoccato nel porto di Odessa.

Se l’operazione militare speciale fosse riuscita, Putin controllando il Mar d’Azov e il Mar Nero e quindi l’accesso al Mediterraneo, avrebbe potenziato a livello globale i suoi asset.

  • Un’altra causa per una autocrate in parabola discendente, se non altro per l’età, come Putin, non potrebbe essere l’eliminazione di un modello socioeconomico indipendente e vincente, come quello ucraino, ai propri confini?

Definire il modello ucraino vincente non lo ritengo totalmente appropriato; l’Ucraina è uno dei paesi più popolati d’Europa, con 44,9 milioni di abitanti, ed è anche il paese più grande d’Europa dopo la Russia. Ma dopo il 2014 con l’annessione della Crimea, e con le problematiche legate al Donbass, aggiungendo problemi di instabilità politica, si è creato un pericoloso calo demografico, il più grave dalla sua indipendenza, 1991. Già prima della guerra il tasso di natalità era crollato, la salute demografica di uno Stato dovrebbe essere maggiore o uguale a 2,05 per garantire il ricambio delle generazioni, l’Ucraina ha l’1,5. Molta emigrazione e troppa corruzione hanno sempre caratterizzato questa nazione; forse sarà esemplare con l’entrata nella UE e con un nuovo modello.  

  • Altra questione sulla quale riflettere è la presenza dell’Islam in Russia e nel   sistema continentale russo, può essere un problema futuro?

 L’Islam è parte integrante della storia e della cultura del Paese, le guerre russo-ottomane hanno scandito anche esse la Storia, ma la migrazione dei lavoratori dal Caucaso settentrionale e dall’Asia centrale verso le principali metropoli russe, il dinamismo dei dibattiti sull’Islam in Russia e il paradosso del matrimonio di convenienza tra i russi, la Chiesa ortodossa e i muftiat, entità territoriale controllata da un muftì, sono tutti elementi che contribuiscono a questa convergenza di interessi tra il regime e le componenti musulmane del Paese. Ricordando che la comunità islamica è un base elettorale leale che approva le pratiche autoritarie di Putin e i valori conservatori che promuove. Unica perplessità e possibile minaccia è la sproporzione della dinamica demografica che vede il popolo russo fisiologicamente in calo rispetto ad una crescita demografica della popolazione musulmana; ma il tradizionalismo russo è comunque, per ora, una garanzia egemonica .

  • Per concludere la Turchia può bloccare l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia?

 Lunedì 16 maggio Erdogan, dopo l’annuncio ufficiale della domanda di adesione dei due paesi nordici, ha tuonato che la Svezia è il terreno fertile per le organizzazioni terroristiche come il PKK e che la Turchia impedirà la sua adesione alla Nato.

La Nato opera sul principio del consenso unanime, quindi, la Turchia è perfettamente in grado di bloccare l’adesione di Svezia e Finlandia. 

  • Grazie Prof. Fabbri ed a presto.

Francesco Chiucchiurlotto