RAGIONANDO DI GUERRA

Michele_Santoro
Elena Torre from Viareggio, Italy, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons

Ci sono degli assunti logici che dovrebbero condurre il ragionamento anche nei confronti più accesi, talk show televisivi, programmi che si sono conquistati spazi di credibilità e successo, insomma la consecutio temporum, la sintassi più che la grammatica ed i congiuntivi, dovrebbero farci distinguere il grano dall’olio, l’accettabile dalla vanvera, la buona fede dall’ipocrisia.

Il primo assunto è che c’è un aggressore, la Russia, ed un paese aggredito, l’Ucraina. Si possono mettere in campo tutte le possibili motivazioni ma è incontestabile, quindi è un assunto logico, una ipostasi, che si stanno commettendo atrocità di ogni genere in un paese sovrano da parte di un altro, che quindi, sia per diritto internazionale, che per diritto naturale il primo ha il diritto di difendersi.

Il secondo assunto logico giuridico è che l’Italia ha la potestà di intervenire in aiuto di un paese aggredito senza violare l’art.11 della nostra Costituzione che recita: – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. –

E’ di tutta evidenza che la liberta offesa è quella del popolo ucraino e che la guerra come strumento di risoluzione di controversie internazionali è quella portata dai russi, e che l’Italia perfino potrebbe consentire una limitazione alla propria sovranità se un ordinamento che assicuri pace e giustizia tra le nazioni lo richiedesse, come già avvenuto con l’ONU cui apparteniamo e che promoviamo. Sarebbe ben strano il contrario visto che la nostra Costituzione è permeata dall’inizio alla fine dai valori e dai protagonisti della nostra Resistenza. Terzo assunto riguarda una sorta di sillogismo: se i russi cessassero di attaccare si aprirebbe una possibilità di pace; se gli ucraini cessassero di difendersi si aprirebbe una certezza di distruzione, deportazione, terrore.

E’ la famosa questione delle armi di difesa o di offesa che vengono date in soccorso agli ucraini: senza di esse la questione sarebbe chiusa da un pezzo con conseguenze immaginabili per l’Ucraina ed allora la prosecuzione della guerra che viene rimproverata da più parti come conseguenza dell’invio, non è altro che il tentativo di evitare quello che Tacito affermava sui Romani :” Fecero il deserto e lo chiamarono pace”, cioè costringere anche sul campo Putin ad un tavolo di pace, ad un cessare il fuoco, ad una tregua, come sola e praticabile possibilità di fermare il conflitto.

Altro argomento da tenere in conto, la guerra atomico nucleare; soggiacere al ricatto, o bluff, o minaccia, od ostentazione, di armi nucleari ci espone ad un dilemma drammatico e terrificante nei confronti del quale, ultimo assunto logico, ogni cedimento non può che favorirne l’impiego. La nostra terra è una sfera avvolta in un’unica atmosfera; l’incidente del 1986 a Chernobyl ci ha dimostrato che nessuno può sfuggire ai radionuclidi emessi da una fissione nucleare sia da centrale termonucleare, o da bomba più o meno tattica, più o meno strategica, neanche i giornalisti russi che ci scherzano sopra immaginando catastrofi epocali che sarebbero anche le loro.

Questo è l’assunto logico più fragile, perché se da una parte le bombe nucleari di Putin, o di Kim Jong-un, o Usa, cinesi, francesi, inglesi, indiane ecc. fanno oggi solo da deterrente del terrore finale, perché tutti sanno che la distruzione riguarderebbe tutti, i sistemi di prevenzione e sicurezza sono stati concepiti in modo complesso e relativamente sicuro. Perché utilizzando questi argomenti come premessa scontata, molti aggiungono degli inutili ma … , però … , ma anche …, ecc. ?

Francesco Chiucchiurlotto